La Parola di Dio viene in questo salmo esaltata come difficilmente si troverà in altri brani della Bibbia. Essa è davvero la voce di Dio che parla alle Sue creature e le Sue creature ne traggono immenso giovamento. Essa è la luce che splende nelle tenebre dell’ignoranza dell’uomo circa le cose di Dio.
La Parola di Dio è presentata come l’interprete del pensiero di Dio per l’uomo; essa è colei che traduce il pensiero profondo ed infinito di Dio nel linguaggio limitato dell’uomo perché ei possa, pur nella sua pochezza intellettuale e spirituale, giungere comunque alla conoscenza della maestà, della santità e della perfezione dell’Iddio unico e creatore di tutte le cose.
Il padrone di tutti i mondi visibili ed invisibili e di tutte le dimensioni possibili, il Re dell’universo, di cui l’uomo non ne è che un limitato ed imperfetto protagonista, ma che è allo stesso tempo oggetto del grande amore di Dio, attraverso la Parola, si rende raggiungibile. La Parola di Dio: la guida perfetta per una gioia perfetta attraverso una saggezza perfetta in un amore perfetto.
“Noi Possediamo una parola assai più ricca di quella nota al salmista, eppure il suo amore ed il suo rispetto per essa spesso ci riempiono di vergogna” (Cit.Guida alla Bibbia; Ed. Paoline pg. 350)
Nota: Il Salmo 119 si compone di 22 strofe, ognuna composta da 8 versetti, tante quante sono le lettere dell’alfabeto ebraico. Ogni ottavina inizia con una differente lettera dell’alfabeto ebraico che costituisce anche il titolo della stessa. Allo stesso modo anche ogni versetto dell’ottavina comincia con la stessa lettera dell’alfabeto che da il titolo alla strofa. In questo modo il salmista ha voluto elogiare la Parola di Dio con tutte le lettere dell’alfabeto, e quindi idealmente, anche con tutte le parole che si potrebbero comporre combinando variamente tutte le lettere dell’alfabeto, in altre parole, con tutto il linguaggio concepibile. Tutte le parole elogiano “LA PAROLA”: Dio. Il salmista ha inserito in ognuno dei 176 versetti che compongono il salmo, almeno una volta, un termine chiaramente riconducibile alla Parola di Dio. Usa 10 termini differenti ognuno dei quali colloca la Parola di Dio in un ambito o funzione particolare: Legge; insegnamenti; precetti; decreti; sentenze; comandamenti; parole; vie; promesse; giudizi. |
Commento al testo
Sal 119:1 Beati quelli che sono integri nelle loro vie,
che camminano secondo la legge del SIGNORE.
2 Beati quelli che osservano i suoi insegnamenti,
che lo cercano con tutto il cuore
3 e non commettono il male,
ma camminano nelle sue vie.
4 Tu hai dato i tuoi precetti
perché siano osservati con cura.
5 Sia ferma la mia condotta
nell’osservanza dei tuoi statuti!
6 Non dovrò vergognarmi
quando considererò tutti i tuoi comandamenti.
7 Ti celebrerò con cuore retto,
imparando i tuoi giusti decreti.
8 Osserverò i tuoi statuti,
non abbandonarmi mai.
Vrss. 1-8 Alef; Troppo spesso si considerano i comandamenti del Signore alla stregua di pesi da portare e che come tali sono causa di stanchezza e di infelicità. La Parola di Dio, invece, il salmista la presenta come la fonte unica di una felicità senza confini, infatti definisce coloro che l’osservano, non felici ma addirittura beati. Cercare e camminare secondo la legge dell’Eterno è uguale a felicità. Vrs.4: I comandamenti di Dio non sono sterile filosofia, non servono e non devono servire per farne oggetto di dissertazioni più o meno interessanti, allo scopo di mostrare chi la sa più lunga; no, i comandamenti di Dio esistono per un solo motivo: essere osservati. Vrs.6: Allo specchio della Parola di Dio, la nostra infedeltà ci fa piombare nella vergogna, ma la fedeltà a Dio genera invece serenità; quella serenità che nasce spontanea dalla certezza di aver compiaciuto a Colui che ci e si ama. L’obiettivo del salmista non è sapere di più, oppure essere forte nelle vie di Dio, oppure sfuggire attraverso la sapienza che Dio gli darà alle trappole del peccato; tutto questo è molto importante e lui anche lo ricerca, ma il suo obiettivo è: nella totale ubbidienza poter offrire a Dio una lode perfetta (vrs.7); “quando avrò imparato i tuoi statuti, finalmente ti potrò celebrare con un cuore retto” è questo il desiderio del salmista poter offrire a Dio, in cambio del grande amore divino del quale lui è oggetto, una lode fatta di ubbidienza assoluta. Chiude rinnovando il proposito di osservare gli statuti di Dio al quale chiede anche in virtù di questo proposito di non abbandonarlo mai.
9 Come potrà il giovane render pura la sua via?
Badando a essa mediante la tua parola.
10 Ti ho cercato con tutto il mio cuore;
non lasciare che mi allontani dai tuoi comandamenti.
11 Ho conservato la tua parola nel mio cuore
per non peccare contro di te.
12 Tu sei benedetto, o SIGNORE;
insegnami i tuoi statuti.
13 Ho enumerato con le mie labbra
tutti i giudizi della tua bocca.
14 Gioisco seguendo le tue testimonianze,
come se possedessi tutte le ricchezze.
15 Io mediterò sui tuoi precetti
e considererò i tuoi sentieri.
16 Mi diletterò nei tuoi statuti
e non dimenticherò la tua parola.
Vrss. 9-16 Bet; Esiste una via per eccellenza che conduce alla purezza, questa via è la Parola di Dio. Badando ad essa i passi del giovane non cadranno nelle trappole che troppo spesso si trovano sulle loro vie.
Perché la Parola, però, abbia la possibilità di agire è necessario che anche il giovane assuma un atteggiamento adeguato rispetto ad essa. Il Salmista 1) ha cercato; 2) ha riposto la Parola nel proprio cuore; ma anche queste azioni lodevoli, per essere produttive devono essere suscitate da un sentimento giusto: PER NON PECCARE CONTRO TE. Questo mette in evidenza come il rapporto con Dio non è meccanico ma è intelligente. Non è l’ubbidienza meccanica alla Parola di Dio che può produrre qualche cosa di buono, bensì è il bisogno di compiacere a Dio, mossi dall’amore e dalla gratitudine a Lui, che produce buoni risultati.
Tutto il brano, dopo queste azioni preliminari del cercare e riporre per non peccare, sono un susseguirsi di azioni che il salmista sa che deve compiere per ottenere la maggiore benedizione possibile dalla sua comunione con Dio. Il salmista evidenzia anche in questo brano l’immenso amore e l’immensa fiducia che lui ha e da alla parola di Dio, amore indispensabile per conoscere appieno Colui che è amore nel senso più assoluto della termine, Dio!
Le altre azioni che compie sono : ho raccontato, mediterò, considererò, mi diletterò, non dimenticherò, insomma sono parole di un innamorato che proprio, non solo non si vuole perdere niente di chi ama, ma che per questo è disposto a qualunque cosa. Il versetto che dichiara in maniera inequivocabile il perché di tutta questo suo agire è il versetto 14: “io gioisco nella via delle tue testimonianze come se possedessi tutte le ricchezze” ; il salmista aveva trovato nella comunione con la Parola di Dio e quindi con Dio stesso, una fonte inesauribile di gioia. Il Signore ha benedetto il salmista innamorato di Lui.
Anche per noi è aperta questa porta, quanto siamo disposti a spendere, per entrare nella gioia del Signore?
17 Fa’ del bene al tuo servo perché io viva
e osservi la tua parola.
18 Apri i miei occhi, e contemplerò
le meraviglie della tua legge.
19 Io sono straniero sulla terra;
non nascondermi i tuoi comandamenti.
20 L’anima mia si consuma per il desiderio dei tuoi giudizi in ogni tempo.
21 Tu rimproveri i superbi, i maledetti,
che si allontanano dai tuoi comandamenti.
22 Togli via da me l’insulto e il disprezzo
perché ho osservato le tue testimonianze.
23 Quando i potenti si siedono a sparlare di me,
il tuo servo medita i tuoi statuti.
24 Le tue testimonianze sono la mia gioia;
esse sono i miei consiglieri.
Vrss. 17-24 Ghimel; Il salmista proprio non riesce a fare a meno dei comandamenti dell’Eterno; sono talmente penetrati nel suo cuore che essi sono la sua linfa vitale. La sua mente è completamente dipendente dalla Parola di Dio e dopo aver sperimentato la bontà di essa ecco che le testimonianze dell’Eterno sono la sua vita stessa. Il salmista si strugge dalla brama che ha di conoscere i giudizi dell’Eterno, una brama continua, senza sosta, una brama che scorre alla stessa velocità della sua vita. “Sì, le tue testimonianze sono il mio diletto e miei consiglieri” la Parola di Dio per il salmista non è solo la strada giusta, ma è anche piacere; non è solo la volontà di Dio ma è la dolce volontà di Dio; non è obbligo ma è desiderio. Che invidiabile rapporto ha raggiunto il salmista con la Paola di Dio e quindi con Dio stesso; come ha fatto il salmista a raggiungere questa condizione? Si è fidato! E nella fiducia ha percorso le vie di Dio e percorrendo tali vie ha ricevuto la grazia di conoscere Dio giorno per giorno; conoscenza della grandezza di Dio che lo ha pian piano rapito completamente fino alla totale dipendenza da chi non solo lui riconosce essere giusto, vero, saggio, ecc… ma che al di sopra di tutto, lui ama follemente.
25 L’anima mia è avvilita nella polvere;
ravvivami secondo la tua parola.
26 Ti ho confidato le mie vie, e tu m’hai risposto;
insegnami i tuoi statuti.
27 Fammi comprendere la via dei tuoi precetti,
e io mediterò sui tuoi prodigi.
28 L’anima mia, dal dolore, si consuma in lacrime;
dammi sollievo con la tua parola.
29 Tieni lontana da me la via della menzogna
e, nella tua grazia, fammi comprendere la tua legge.
30 Io ho scelto la via della fedeltà,
ho posto i tuoi giudizi davanti ai miei occhi.
31 Ho aderito ai tuoi statuti;
o SIGNORE, non permettere che io sia confuso.
32 Io correrò per la via dei tuoi comandamenti,
perché mi hai allargato il cuore.
Vrss. 25:32 Dalet; il salmista è stato colpito da una distretta tanto forte da ritenere che lo stato della sua anima sia simile a quello di un anima morta, senza energia, senza forza, completamente prostrata. Nel definire in questo modo la condizione della sua anima, sottolinea però che la vita con la quale vorrebbe rianimare la sua anima la cerca nella Parola di Dio. In questo salmo il salmista attribuisce alla Parola di Dio un valore terapeutico per lo spirito abbattuto; infatti si capisce chiaramente che le sofferenze del salmista non sono di natura fisica ma spirituale; spera nell’intervento di Dio ed intanto rivendica le Sue promesse per lui (vrs28b).
In situazioni così difficili, è facile immaginare un momento di debolezza che possa portare, chi ha avuto fiducia in Dio fino ad allora senza peraltro essere stato liberato, a prendere in considerazione l’idea di rivedere questa fiducia ; ma il salmista non è un credente di carta, e quindi dichiara: HO SCELTO LA VIA DELLA FEDELTA’; “mi tengo attaccato alle tue testimonianze” ed invoca Dio affinché gli strani pensieri non trovino nessun credito nella sua mente: “fa ch’io non sia confuso”.
Il vrs.32 ci da una bella immagine di qual è il prodotto di questa fiducia ferma; il salmista sa che l’amore di Dio ancora una volta si rivelerà in suo favore e questa sempre maggiore conoscenza dell’amore di Dio lo trascinerà con grande gioia e desiderio (correrò) all’ubbidienza dei suoi comandamenti.
33 Insegnami, o SIGNORE,
la via dei tuoi statuti
e io la seguirò sino alla fine.
34 Dammi intelligenza e osserverò la tua legge;
la praticherò con tutto il cuore.
35 Guidami per il sentiero dei tuoi comandamenti,
poiché in esso trovo la mia gioia.
36 Inclina il mio cuore alle tue testimonianze
e non alla cupidigia.
37 Distogli gli occhi miei dal contemplare la vanità
e fammi vivere nelle tue vie.
38 Sii fedele alla parola data al tuo servo,
perché si abbia timor di te.
39 Allontana da me il disprezzo che mi avvilisce,
perché i tuoi giudizi sono buoni.
40 Ecco, io desidero i tuoi precetti,
ravvivami nella tua giustizia.
Vrss. 33:40 He ; Il salmista è ben consapevole che l’opera di rinnovamento la può compiere solo Dio, infatti: insegnami, dammi intelletto, conducimi inclina, ecc…, sottolineano proprio che Dio è colui che agisce nei cuori al fine di educarli alla sua volontà. È indubbio, però, che successivamente a questa azione che può compiere solo il Maestro ci deve essere la disponibilità del discepolo ad apprendere ed a mettere in pratica, e così: ..io la seguirò fino alla fine; …la praticherò con tutto il cuore; mi diletto in esso; bramo i tuoi precetti. L’azione congiunta di Dio e della nostra disponibilità, produce quello straordinario rinnovamento che ci avvicina giorno per giorno sempre più alla comprensione di tutto il pensiero di Dio per noi.
Vrs. 39: in questo versetto il salmista fa una richiesta specifica a Dio, perché lo aiuti a vincere un problema che molto spesso attanaglia anche noi, e cioè la vergogna di testimoniare; non ci si può vergognare di ciò che è buono.
41 Mi raggiunga la tua bontà,
o SIGNORE,
e salvami, secondo la tua parola;
42 e avrò di che rispondere a chi mi offende,
perché confido nella tua parola.
43 Non togliere mai dalla mia bocca la parola giusta,
perché spero nei tuoi giudizi.
44 Io osserverò sempre la tua legge,
per l’eternità.
45 Sicuro proseguirò nella mia strada,
perché ricerco i tuoi precetti.
46 Parlerò delle tue testimonianze davanti ai re
e non avrò da vergognarmi.
47 Troverò gioia nei tuoi comandamenti,
perché li amo.
48 Alzerò le mie mani verso i tuoi comandamenti che amo
e mediterò sui tuoi statuti.
Vrss. 41:48 Vau; il salmista conferma la sua fiducia nella Parola di Dio, e invoca su lui le benedizioni promesse nelle quali ei ha sperato; ma non rivendica le promesse di Dio per sfiducia o per mettere alla prova Dio, bensì, lui vuole in questo modo rispondere in maniera esemplare (anzi vuole lasciare l’esemplare risposta a Dio) a chi lo ha deriso e insultato per la sua fiducia nella parola di Dio (vedi 2^Pietro 3:4).
Per nulla scalfito dagli oltraggi degli increduli, il salmista rinnova la sua dichiarazione di fedeltà, a ciò che lo rende davvero libero (45). Continuerà a proclamare la verità anche davanti alla massima autorità, il re, senza nessuna vergogna; perché non è possibile avere vergogna di ciò che si ama. Due volte ripete che ama i comandamenti di Dio, e verso di essi che lui alza le mani in segno di adorazione, e di sottomissione, riconoscendo difatti la Parola di Dio come Dio stesso…com’è realmente. Cristo, la Parola, Dio stesso.
49 Ricòrdati della parola data al tuo servo,
con la quale mi hai fatto sperare.
50 Questo mi è di conforto nell’afflizione,
che la tua parola mi fa vivere.
51 I superbi mi coprono di scherno,
ma io non mi svio dalla tua legge.
52 Ricordo i tuoi giudizi antichi,
o SIGNORE,
e mi consolo.
53 Grande sdegno mi prende a causa degli empi
che abbandonano la tua legge.
54 I tuoi statuti sono per me dei cantici,
nella casa dove sono ospite.
55 Ricordo il tuo nome nella notte,
o SIGNORE,
e osservo la tua legge.
56 Ho questo conforto,
che osservo i tuoi precetti.
Vrss. 49:56 Zain; Le promesse del Signore sono l’alimento della speranza del credente: lui ha posto la sua fiducia nelle promesse del Signore ed ora le rivendica. Rimanere attaccati alla Parola del Signore non è sempre cosa facile, specie nei momenti di difficoltà quando sembra che il Signore si sia dimenticato del credente, momenti nei quali anche dall’esterno vengono gli attacchi portati avanti dagli increduli i quali scherniscono il credente…perché ancora ci crede alla liberazione dell’Eterno. Il salmista però ha preso una decisione saggia nel suo cuore e cioè che nonostante la derisione, nonostante sembra che l’Eterno si sia dimenticato di lui, non devierà dalla legge di Dio e questo lo fa anche perché se è vero che al momento tutto tace, pure non ha dimenticato quello che in altri momenti il Signore ha fatto per lui, e questo è motivo di consolazione, una consolazione che deriva dalla certezza che il Signore come ha operato in passato anche opererà al presente.
Gli empi non hanno avuto successo nella loro azione denigratoria ma anzi hanno acceso l’ira del salmista per la loro decisione offensiva verso il Signore, quella di abbandonare la legge; abbandonare i comandamenti del Signore è una decisione empia ed offensiva. Il salmista invece giudica la legge di Dio come solo chi l’ha sperimentata può giudicare, la legge è infatti il suo cantico ed il canto e per lo più una espressione di gioia ed allegrezza, e ciò che produce gioia ed allegrezza non può essere dimenticato ed infatti il salmista ha piacere a ricordarsi della parola del Signore anche la notte; infine conclude con un vrs. che dichiara tutto il suo affetto per la Parola di Dio e per il Signore…osservare i comandamenti del Signore e un bene insperato che gli è capitato di godere.
57 Il SIGNORE è la mia parte;
ho promesso di osservare le tue parole.
58 Ti ho supplicato con tutto il cuore:
«Abbi pietà di me, secondo la tua parola».
59 Ho esaminato le mie vie
e ho orientato i miei passi verso le tue testimonianze.
60 Senza indugiare, mi sono affrettato
a osservare i tuoi comandamenti.
61 Le corde degli empi mi hanno avvinghiato,
ma io non ho dimenticato la tua legge.
62 A metà della notte mi alzo per lodarti
a motivo dei tuoi giusti giudizi.
63 Io sono amico di tutti quelli che ti temono,
di quelli che osservano i tuoi precetti.
64 SIGNORE, la terra è piena della tua bontà;
insegnami i tuoi statuti.
Vrss. 57:64 Chet; Il salmista ha fatto la scelta migliore, ha scelto la parte migliore: l’Eterno; ha scelto di sottomettersi all’Eterno ed ha promesso che la Sua Parola sarebbe stata oggetto della sua ubbidienza. Scelto l’Eterno adesso il salmista cerca di stabilire con Lui un rapporto intimo, cerca il favore di Dio ed il favore di Dio arriva sempre come frutto del timore di Dio, cioè della sottomissione a Lui, così come il salmista aveva promesso di fare. Camminando per la strada di Dio inevitabilmente lo specchio della Sua Parola rifletterà le nostre vie e ci chiederà di rivolgere i nostri passi verso di essa, il frutto della riflessione deve essere la conversione; conversione che non deve essere eseguita con lentezza, bensì con solerzia e senza indugi. Aspettare troppo potrebbe farci riaddormentare nel peccato ed il frutto della riflessione indotta dalla comunione con la Parola di Dio potrebbe essere perso. Nella lotta spirituale accade anche di essere circondati dal nemico: le ns. debolezze, il mondo con i suoi “piaceri”, gli increduli che come operai ignari di Satana cercano di sviarci dalla verità; ebbene in questi momenti sarà la nostra salvezza, il non dimenticare la legge di Dio, la Sua Parola; è ovvio che si potrà ricordare solo ciò che una volta si è appreso e compreso, non si potrà ricordare ciò che non abbiamo mai cercato, ne voluto capire, oppure abbiamo rifiutato. Il combattimento proprio per sua natura è un evento duro e molte volte doloroso, ma è anche un evento che trova nella vittoria una gioia inesauribile, come quella del credente che vince contro i suoi nemici; credente che, ben consapevole della causa per la quale ha combattuto, non può frenare il suo impulso alla riconoscenza verso Colui che ha reso la vittoria possibile e la sua vita importante e gravida di speranze gloriose; questo credente ha vinto anche perché non ha mai messo in discussione la capacità di Dio di esercitare giusti giudizi; le indicazioni di Dio sono infallibili perché procedono da una capacità di giudizio incontrovertibile. Vrs. 63 è difficile per chi crede in Dio dilettarsi con chi non ci crede. Vrs. 64 Ecco cosa vedono degli occhi allenati a vedere la presenza di Dio – la Sua grande bontà sparsa su tutta la terra; la terra è uno scrigno zeppo delle preziose opere della bontà di Dio, opere assolutamente invisibili a degli occhi carichi di peccato, ma che abbagliano, della gloria di Dio, gli occhi purificati dal sangue di Cristo…..insegnami….voglio conoscere ancora di più….è un immenso piacere continuare a stare con Te!
65 Tu hai fatto del bene al tuo servo,
o SIGNORE, secondo la tua parola.
66 Concedimi senno e intelligenza,
perché ho creduto nei tuoi comandamenti.
67 Prima di essere afflitto, andavo errando,
ma ora osservo la tua parola.
68 Tu sei buono e fai del bene;
insegnami i tuoi statuti.
69 I superbi inventano menzogne contro di me,
ma io osservo i tuoi precetti con tutto il cuore.
70 Il loro cuore è insensibile come il grasso,
ma io mi diletto nella tua legge.
71 È stata un bene per me l’afflizione subita,
perché imparassi i tuoi statuti.
72 La legge della tua bocca per me vale più
di migliaia di monete d’oro e d’argento.
Vrss. 65:72 Teth; il fine ultimo della volontà del Signore è il bene delle sue creature, ecco perché la sua Parola è zeppa di promesse di soccorso. Il salmista questo ha avuto modo di sperimentarlo è può dichiarare la fedeltà del Signore che compie le promesse…promesse.
La Parola di Dio è il contenitore di tutte le promesse di Dio, promesse che non sono solo assistenza e soccorso ma anche e principalmente, formazione, istruzione; infatti la Parola di Dio crea discernimento ed intelligenza e questo è molto di più di un soccorso particolare in una circostanza specifica; questo soccorso formativo è un soccorso che dura nel tempo, perché chi è formato ha in se stesso il soccorso. Il vrs. 67 a questo proposito ci informa che quando era senza la Parola andava errando ma ora che osserva la Parola, il buon senno e l’intelligenza che porta la Parola lo hanno liberato dall’afflizione. La riscoperta bontà di Dio spingono il salmista a ricercare sempre più l’istruzione di Dio; è questo ciò che da ora in poi desidera contrapporre alle macchinazioni ed all’orgoglio degli empi, ormai ha capito che il nemico ei lo può vincere solo se rimane aggrappato alla sapienza di Dio che scaturisce dalla sua Parola. Vrs. 71 ecco una chiara applicazione di ”….tutte le cose cooperano al bene di quelli che lo amano..” …il salmista ha intelligentemente osservato che l’afflizione prodotta dalla lontananza da Dio e dalla sua Parola è stata l’occasione della quale Dio si è servito per produrre una grande bene a suo favore..imparare (che non vuol dire a memoria) i suoi statuti; ora quel bene lo ha saggiamente valutato e lo ha stimato come qualcosa che vale meglio di una grande ricchezza materiale “la sapienza val più delle perle e tutti gli oggetti preziosi non l’equivalgono” dirà Salomone in Proverbi 8/11.
73 Le tue mani mi hanno fatto e formato;
dammi intelligenza e imparerò i tuoi comandamenti.
74 Quelli che ti temono mi vedranno e si rallegreranno,
perché ho sperato nella tua parola.
75 Io so, SIGNORE, che i tuoi giudizi sono giusti,
e che mi hai afflitto nella tua fedeltà.
76 La tua bontà sia il mio conforto,
secondo la parola data al tuo servo.
77 Venga su di me la tua compassione, e vivrò;
perché la tua legge è la mia gioia.
78 Siano confusi i superbi, che mentendo mi opprimono;
ma io medito sui tuoi precetti.
79 Si rivolgano a me quelli che ti temono
e quelli che conoscono le tue testimonianze.
80 Sia perfetta la mia ubbidienza ai tuoi statuti
perché io non sia confuso.
Vrss. 73:80 Iod; Il salmista apre con una dichiarazione importante che è il punto fondamentale di tutto quello che dirà: le tue mani mi hanno fatto e formato; riconosce a Dio quello che Lui è realmente, il creatore; il rivolgersi a Lui, dimostra di sapere che a Dio deve rendere conto e che da Lui dipende ogni cosa compresa la sua vita; infatti è a Lui che chiede la cosa più importante che scarseggia sempre più: dammi intelletto; ma non lo vuole per montarsi la testa e per far vedere agli altri quanto lui è intelligente dicendo e facendo magari le cose più stupide che ci sono in circolazione, no! la sua richiesta e finalizzata ad ottenere la cosa più importante che l’intelligenza può realizzare: imparare i comandamenti di Dio che non vuol dire impararli a memoria e ripeterli a mo di filastrocca ogni volta che se ne presenta l’occasione, ma vuol dire assimilarli nel proprio cuore e nella propria coscienza e praticarli senza nessuna costrizione, ma come fosse parte del proprio modo naturale di agire, questo vuol dire imparare i comandamenti di Dio.
Questo desiderio, però, non viene dal salmista vissuto in maniera egoistica, come qualcosa che deve appartenere solo a lui, magari sfoggiando questa sapienza dei comandamenti di Dio come se si appartenesse ad una categoria superiore “gli eletti degli eletti”; no lui vuole condividere ciò che il Signore ha dato lui, con gli altri e non per gareggiare su chi la sa più lunga, ma semplicemente per rallegrarsi con quelli che temono davvero il Signore, allegrezza che non deriva dal “ma hai visto che sapienza quello là, ma che uomo divino” ma più semplicemente perché quella persona, quel fratello o sorella ha messo la sua speranza nelle promesse del Signore, ed è vero, sapere che qualcuno per davvero spera ed ha fiducia nella Parola di Dio produce allegrezza, sia esso uno a noi vicino a uno a noi lontano, io sono felice di sapere che qualcuno ha messo la sua fiducia in Dio, mi tranquillizza, mi fa essere sereno, perché so che e nelle migliori mani possibile. Vedere un fratello o una sorella serenamente nelle mani del Signore, fiduciosi e speranzosi, attaccati alla Parola ed alle sue promesse è la testimonianza più incoraggiante ed edificante che possa esistere, ed è lo stimolo più forte che si possa ricevere quando magari a causa di circostanze avverse stiamo sul filo della perdita della nostra speranza in Dio. Che grande beneficio può produrre la nostra fiducia in Dio a quelli che ci sono intorno; ma anche che disastro può produrre un fratello o una sorella senza speranza, nei cuori di quelli che ci osservano.
Ovviamente la fiducia del salmista non è finta, quindi, lui è assolutamente consapevole che ciò che Dio decide è giusto e che anche se ha dovuto subire afflizioni accetta questo come un frutto della fedeltà di Dio, in altre parole ciò che ha procurato al salmista afflizione ei lo riconosce come un evento che nella sua sofferenza ha prodotto un bene, bene che è l’obiettivo finale dell’amore di Dio. Il salmista, però, conosce anche la misericordia di Dio e sa che Dio sa unire riprensione o prova anche a compassione, e invoca con fiducia che la mano di Dio lo consoli dell’afflizione che sta attraversando che alla fine produrrà un beneficio ma che nel presente fa male. Ha un pensiero anche per coloro che contribuiscono alla sua sofferenza invocando su loro confusione, in altre parole che non giungano alla realizzazione dei loro propositi, è un bel soggetto di preghiera da elevare al Signore contro quelli che camminano malvagiamente. Il salmista auspica che accada anche un’altra cosa e cioè che quelli che temono Dio si uniscano a lui, alla sua afflizione, che stiano dalla sua parte che forniscano lui il calore e la consolazione di cui ha necessità, insomma auspica che non venga lasciato solo; l’ultimo pensiero però ce l’ha verso ciò che in fondo non lo farà mai sentire davvero solo: la parola di Dio nella quale lui desidera rimanere fermo perché solo cosi la sua mente ed il suo cuore non conosceranno mai confusione ma tutto sarà sempre chiaro e forte.
81 L’anima mia vien meno nell’attesa della tua salvezza;
io spero nella tua parola.
82 Si spengono i miei occhi desiderosi della tua parola,
mentre dico: «Quando mi consolerai?»
83 Poiché io sono divenuto come un otre affumicato;
ma non dimentico i tuoi statuti.
84 Quanti sono i giorni del tuo servo?
Quando punirai quelli che mi perseguitano?
85 I superbi mi hanno scavato delle fosse;
essi non agiscono secondo la tua legge.
86 Tutti i tuoi comandamenti sono fedeltà;
costoro mi perseguitano a torto;
soccorrimi!
87 Per poco non mi hanno eliminato dalla terra;
ma io non ho abbandonato i tuoi precetti.
88 Rendimi la vita secondo la tua bontà
e io osserverò la testimonianza della tua bocca.
Vrss. 81:88 Caf; La fiducia del salmista non ha una fine, anzi, pur nella prova più difficile e per giunta causata dalla malvagità di uomini che non hanno timore di Dio, lui non perde la sua fiducia in Dio e spera sinceramente nella liberazione. La fiducia è sempre legata all’ubbidienza ed infatti il salmista non smette di osservare i comandamenti di Dio e non smette di considerarli buoni. La sua natura umana, è vero, lo porta ad qualche atteggiamento di impazienza “quando, quando…” ma in fondo il salmista sa che Dio non deve chiedere a lui come meglio deve agire, e sa che Dio non si dimentica di coloro che lo temono e continua a confidare nella Sua benignità, cioè, nella Sua volontà di fare il bene.
89 Per sempre, SIGNORE,
la tua parola è stabile nei cieli.
90 La tua fedeltà dura per ogni generazione;
tu hai fondato la terra ed essa sussiste.
91 Tutto sussiste anche oggi secondo le tue leggi,
perché ogni cosa è al tuo servizio.
92 Se la tua legge non fosse stata la mia gioia,
sarei già perito nella mia afflizione.
93 Mai dimenticherò i tuoi precetti,
perché per mezzo di essi tu mi dai la vita.
94 Io sono tuo, salvami,
perché ho ricercato i tuoi precetti.
95 Gli empi si sono appostati per farmi perire,
ma io medito sulle tue testimonianze.
96 Ho visto che ogni cosa perfetta ha un limite,
ma il tuo comandamento è senza limiti.
VRSS. 89:96 Lamed; nel Salmo che dichiara l’eccellenza della Parola di Dio, questa ottavina è quella che fin qui dichiara con maggiore forza la natura eterna ed immutabile della Parola di Dio. I primi versetti infatti ci presentano la Parola nella veste che anche troveremo più avanti nel N.T. e precisamente in Giovanni 1:1, cioè quella di Creatore e di Rettore di tutte le cose. Il vrs. 91 ci informa che tutto ciò che è sottomesso alla volontà di Dio non conosce fine: la terra, come l’uomo che ritornando sotto l’autorità di Dio ha vita eterna; le opere dell’uomo che eseguite sotto la volontà di Dio non cesseranno mai di produrre un frutto benefico. La Parola di Dio si impone come eterna ed immutabile Parola di Dio non solo nell’ambito materiale ma ancor di più in quello immateriale, cioè nell’ambito spirituale e morale, infatti, dice il salmista che : “se la tua legge non fosse stata il mio diletto sarei già perito nella mia afflizione” + vrs. 93.
la Parola di Dio dimostra in questo caso quanto sia vero ciò che è scritto in Ebrei 4:12; dimostra cioè di conoscere a fondo l’uomo e di essere per questo in grado di intervenire nell’animo umano con dei rimedi che nessun altro sarebbe in grado di operare (Salmo 139). Dalle parole del salmista capiamo che l’afflizione dell’uomo lo condurrà inesorabilmente alla morte cioè alla tristezza interiore alla sterilità, all’aridità se la Parola di Dio non rientrerà tra le cose nelle quali ei si diletta e che quindi per questo motivo anche ricerca con tutto il cuore. Ancora il salmista mette la sua fiducia in Dio affiancando la fiducia all’ubbidienza com’è giusto è naturale che sia.
L’ultimo versetto è un capolavoro. Il salmista ha ancora in mente quello che ha affermato all’inizio circa l’eternità e l’immutabilità della Parola di Dio e fa un’affermazione attraverso la quale cerca di trasmettere la reale dimensione della parla di Dio, il valore irraggiungibile della Parola di Dio: “ogni cosa perfetta ha un limite” limite non inteso come difetto, come debolezza ma più precisamente nel senso di finito. Perfetto vuol dire che una determinata cosa non può essere meglio di così, ma nello stesso tempo dice che è finita, ha raggiunto la sua massima espressione. Una cosa per essere giudicata perfetta deve inoltre essere necessariamente riportata ad un parametro ad un modello che ne stabilisce la perfezione. L’essere assolutamente corrispondente al modello sancisce la perfezione di un oggetto o di una qualsiasi altra cosa. …“ma il tuo comandamento ha una estensione infinita”… La Parola di Dio è il meglio ma non possiamo definire quanto sia meglio; non possiamo dire che è l’espressione massima del bene perché diremmo che meglio di così non potrebbe essere, ma in questo caso abbiamo posto un limite, limite che invece non c’è. Qual è il parametro di riferimento della Parola di Dio? Dio stesso! Ma Dio è infinito cioè non ha un limite, non ha un modello di riferimento che non sia se stesso, per cui possiamo dire che è esattamente così o colì, non lo possiamo descrivere pienamente, non lo possiamo contenere in dei parametri; in altre Parole Dio e la sua Parola sono ingiudicabili e questo porta la Parola di Dio oltre la perfezione. Noi non abbiamo una Parola perfetta ne abbiamo una infinita; non abbiamo un Creatore perfetto ma uno infinito, infinitamente più che perfetto. Ci rendiamo davvero conto di ciò che abbiamo per le mani? Ci rendiamo davvero conto di ciò che lasciamo prendere polvere; ci rendiamo conto di ciò che non ascoltiamo? Ci rendiamo davvero conto di ciò che sottovalutiamo? La parola di Dio ci da accesso all’infinito, ci introduce come microscopiche creature nel regno dove non c’è ne tempo ne spazio, ne passato ne futuro ma tutto è presente; ci guida pian piano come creature primitive alla conoscenza dell’immensità di Dio. Che viaggio affascinante, che esperienza impareggiabile, ogni secondo trascorso senza il pensiero alla Parola di Dio è un secondo perso. Per questo viaggio indescrivibile, però, occorre il biglietto: LA FEDE; questo è il biglietto, senza fede non possiamo accedere alle piacevoli benedizioni dell’infinita Parola di Dio, ma resteremo con i piedi ben saldi nelle limitate attrazioni terrene, con nelle orecchie l’assordante grido di un cuore che invece vorrebbe tuffarsi nella gloria di Dio, ma non riesce ad avere abbastanza fede per farlo. Che il Signore sciolga le catene che ancora ci impediscono di staccare i piedi da terra e farci vivere in cielo, in un cielo infinito.
97 Oh, quanto amo la tua legge!
È la mia meditazione di tutto il giorno.
98 I tuoi comandamenti mi rendono più saggio dei miei nemici;
perché sono sempre con me.
99 Ho più conoscenza di tutti i miei maestri,
perché le tue testimonianze sono la mia meditazione.
100 Ho più saggezza dei vecchi,
perché ho osservato i tuoi precetti.
101 Ho trattenuto i miei piedi da ogni sentiero malvagio,
per osservare la tua parola.
102 Non mi sono allontanato dai tuoi giudizi,
perché tu mi hai istruito.
103 Oh, come sono dolci le tue parole al mio palato!
Sono più dolci del miele alla mia bocca.
104 Mediante i tuoi precetti io divento intelligente;
perciò detesto ogni doppiezza.
Vrss. 97:104 Mem; Il salmista esordisce col dichiarare ciò che ha il primo posto nel suo cuore: il suo amore per la Parola di Dio. Amare è qualcosa che coinvolge tutto l’essere, infatti per il salmista la Parola di Dio è oggetto della sua meditazione, tutto il giorno. Così come in un grande amore le dolci parole pronunciate dalla persona amata risuonano incessantemente nella mente e nel cuore di colui/ei a cui sono rivolte, così il pensiero del salmista è costantemente rivolto alle meravigliose parole che Dio gli rivolge.
Il salmista vuole raccontare questo amore e nei vrss. successivi al primo, risponde alla domanda: perché ami la parola di Dio? Posta da un ipotetico interlocutore. 98) La totale dipendenza dalla Parola gli ha portato come frutto una grande saggezza; 99) La ricerca della conoscenza di Dio, e lo studio della sua Parola gli ha prodotto un intelligenza ed un discernimento che non si è fermato al livello dei suoi maestri ma la sua brama di conoscenza lo ha spinto oltre; 100) …ma non è sufficiente conoscere, bisogna anche mettere in pratica. L’amore del salmista per la Parola di Dio non aveva nessuna intenzione di fermarsi alla conoscenza, lui sapeva che il suo amore per la Parola si sarebbe compiuto solo nell’ubbidienza a ciò che di Dio aveva conosciuto, e cosi con gioia ha osservato la Parola. Questo gli ha fatto bruciare il tempo realizzando un esperienza superiore a quella di coloro che sono maestri di esperienza: i vecchi. (vedi Ehliu); 101) …ma l’amore per la Parola lo ha anche risparmiato da brutte avventure; l’amore per la Parola ha prodotto in lui timore per la Parola ed il timore di Dio lo ha trattenuto dal percorrere i sentieri malvagi; 102) il salmista ha anche imparato ad accettare le risoluzioni di Dio, i suoi giudizi, le sue decisioni perché si è lasciato educare dallo Spirito Santo alla giustizia di Dio.
Ecco il racconto di una grande amore; un amore che ha arricchito a dismisura il salmista; un amore quello del salmista raccontato dal profondo bisogno di rispondere all’amore infinito di Dio che lo ha investito ed avvolto. La Parola di Dio produce nel salmista un’assoluta soddisfazione, un piacere profondo e nello stesso tempo un odio verso ciò che rappresenta un attentato a questa felicità, la menzogna, che trova nel distrarre gli uomini dalla verità della Parola di Dio la sua ragion d’essere.
105 La tua parola è una lampada al mio piede
e una luce sul mio sentiero.
106 Ho giurato, e lo manterrò,
di osservare i tuoi giusti giudizi.
107 Io sono molto afflitto;
SIGNORE, rinnova la mia vita secondo la tua parola.
108 SIGNORE, gradisci le offerte volontarie delle mie labbra
e insegnami i tuoi giudizi.
109 La mia vita è sempre in pericolo,
ma io non dimentico la tua legge.
110 Gli empi mi hanno teso dei lacci,
ma io non mi sono allontanato dai tuoi precetti.
111 Le tue testimonianze sono la mia eredità per sempre,
esse sono la gioia del mio cuore.
112 Ho messo il mio impegno a praticare i tuoi statuti,
sempre, sino alla fine.
Vrss. 105:112 Nun; “la tua parola è una lampada al mio piede” se queste parole fossero tanto praticate quanto sono tanto conosciute allora credo che la Chiesa avrebbe tantissimi problemi in meno di quelli che ha, ed ovviamente altrettanto accadrebbe ad ogni singolo membro della chiesa. La Parola di Dio ecco cosa illumina il cammino dell’uomo; ecco cosa gli dona la luce del discernimento, la capacità di distinguere fra bene e male. Il salmista ha compreso questo fatto profondamente ed ha deciso nel suo cuore cosa fare delle Parola di Dio….osservarla! Ha giurato che mai si sarebbe distolto da essa, mai avrebbe abbandonato la sua luce. Il salmista si è proposto con grande serietà di mantenere questo impegno, questo legame con la Parola di Dio.
Perché il salmista sente il bisogno di dichiarare attraverso queste parole la sua intenzione di rimanere fermamente attaccato ai comandamenti di Dio? Perché il salmista sta attraversando un periodo di dolore ed afflizione; un periodo di combattimento dove anima e corpo sono messi a dura prova, momenti nei quali può essere molto facile cadere nel disinteresse di tutto e di tutti, anche verso Dio. Nei momenti di buio di depressione può venire con una certa naturalezza il lasciarsi andare, il non aver ne forza ne voglia di combattere, di resistere, di mantenere promesse ed impegni, insomma il pericolo grave in quei momenti è proprio di perdere la gioia della vita e con essa tutto ciò che ha a che fare con essa. Il salmista ci informa il vesetto 107 è sommamente afflitto ma anche se è in uno stato emotivamente pericoloso lui non vuole dimenticare che La parola di Dio è la luce sul cammino della sua vita e tanto più ora che si trova al buio delle circostanze ha bisogno di quella luce. In certi momenti possiamo fare a meno di tante cose ma non buttiamo l’unica cosa che per quanto fitte possano essere le tenebre del momento pure non potranno mai prevalere sulla luce della Parola di Dio.
Il salmista questo lo sa bene e non ha pensato neppure per un istante a lasciarsi andare fino al punto di abbandonare il comandamento di Dio, anzi, osserverò, insegnami, non dimentico, non mi svio, sono letizia per il mio cuore; li praticherò fino alla fine; questo è il sentimento del salmista….e non sarà deluso; come non sarà deluso chiunque farà della Parola di Dio una lampada al suo piede ed una luce che….sempre….in ogni circostanza… favorevole od avversa….illumini il sentiero della propria vita.
113 Io detesto gli uomini non sinceri,
ma amo la tua legge.
114 Tu sei il mio rifugio e il mio scudo;
io spero nella tua parola.
115 Allontanatevi da me, malvagi;
io osserverò i comandamenti del mio Dio.
116 Sostienimi secondo la tua parola,
perché io viva;
non rendermi confuso nella mia speranza.
117 Sii il mio sostegno, e sarò salvo,
terrò sempre i tuoi statuti davanti agli occhi.
118 Tu disprezzi quanti si sviano dai tuoi statuti,
perché il loro inganno è perfidia.
119 Tu getti via come scorie tutti gli empi dalla terra;
perciò amo le tue testimonianze.
120 Tu mi fai rabbrividire di paura;
io temo i tuoi giudizi.
Vrss. 113:120 Samec; A quali persone fa riferimento il salmista come persone che hanno il cuore doppio? Molto probabilmente il riferimento è a persone che si sono allontanate dalla fede e quindi dalla sincera ubbidienza a Dio; persone che con le labbra onorano il Signore ma che hanno il cuore altrove; persone che hanno tradito il Signore. Il salmista però che non ha seguito l’esempio di queste persone dichiara invece il suo amore per la Parola di Dio, ritenendola rifugio e scudo. Il salmista non vuole proprio saperne di allontanarsi dal suo Dio e continua con fiducia a cercare il suo aiuto, il suo sostegno e la sua speranza è completamente riposta in Lui. Vrs.118 ecco cosa tiene legato il salmista “il timore di Dio”. Quando si perde il timore di Dio, Dio diventa una legenda più o meno interessante alla quale non ci si sente più di tanto legati e questo porta a non tener conto di ciò che Dio dice e comanda scadendo in una vita dissoluta; quando invece come il salmista il timore di Dio è alla base del nostro rapporto con Lui, allora ecco che si tiene in grande considerazione il dover rendere conto a Lui di tutta la nostra vita: “Dio disprezza quelli che deviano dai suoi comandamenti”, “Dio getta via come scorie gli empi” ecco cosa spaventa ma anche fa gioire il salmista; il salmista gioisce perché sa che Dio è un giusto giudice, ma ha paura perché sa che Dio è un giusto giudice….tanto giusto che non terrebbe per innocente neppure lui se dovesse allontanarsi dai suoi comandamenti…ma non c’è pericolo….fintanto che temerà Dio…onorerà Dio!
121 Mi sono comportato secondo il diritto e la giustizia;
non abbandonarmi ai miei oppressori.
122 Garantisci sicurezza al tuo servo
e non lasciare che i superbi mi opprimano.
123 Si spengono i miei occhi desiderando la tua salvezza
e la parola della tua giustizia.
124 Agisci verso il tuo servo secondo la tua bontà
e insegnami i tuoi statuti.
125 Io sono tuo servo; dammi intelligenza
perché possa conoscere le tue testimonianze.
126 È tempo che il SIGNORE agisca;
essi hanno annullato la tua legge.
127 Perciò io amo i tuoi comandamenti più dell’oro,
più dell’oro finissimo.
128 Per questo ritengo giusti tutti i tuoi precetti
e odio ogni sentiero di menzogna.
Vrss. 121:128 Ain; Il salmista rivendica le promesse del Signore affermando che la sua condotta è stata il frutto dell’obbedienza alla Sua volontà. Questo del salmista potrebbe sembrare un atto presuntuoso, arrogante, ma il salmista sa invece che il suo cammino è stato sinceramente orientato dalla voce di Dio. A sostegno di queste affermazioni il salmista dichiara un fatto importante e cioè, quale immenso peso ha avuto nella sua vita la Parola di Dio “i miei occhi si spengono desiderando la tua salvezza e la Parola della tua giustizia”; la Parola di Dio è stata la sua luce, il suo discernimento, insomma i suoi occhi e senza di essa tutto
diventa buio nella sua vita, senza la luce della parola il salmista non avrebbe fatto niente e ciò che ha fatto è stato fatto alla luce di essa. Per cui lui aspetta che il Signore agisca in suo favore continuando , tra le altre cose, ad istruirlo nelle vie eterne ed a donargli intelligenza per conoscerLo sempre meglio. Potrebbe sembrare che il salmista in virtù della sua fedeltà, stesse vantando un credito verso il Signore, ma affinché nessuno si facesse strane idee notiamo come lui, il salmista, si definisce servo di Dio e non creditore. La sua rivendicazione non era dunque una richiesta di ricompensa per la sua fedeltà, ma la preghiera di un servo ubbidiente al suo padrone buono.
“è tempo che l’Eterno operi….” giunge sempre il momento per coloro, che disprezzando Dio opprimono coloro che invece lo onorano, di fare un incontro ravvicinato con L’Eterno; questo è quello che il salmista auspica accada presto. Il brano si conclude con la consueta dichiarazione d’amore verso la Parola di Dio e di odio verso tutto ciò che si oppone alla verità in essa contenuta.
129 Le tue testimonianze sono meravigliose;
perciò l’anima mia le osserva.
130 La rivelazione delle tue parole illumina;
rende intelligenti i semplici.
131 Apro la bocca e sospiro,
per il desiderio dei tuoi comandamenti.
132 Volgiti a me e abbi pietà,
come usi fare con chi ama il tuo nome.
133 Guida i miei passi nella tua parola
e non lasciare che alcuna iniquità mi domini.
134 Liberami dall’oppressione degli uomini
e osserverò i tuoi precetti.
135 Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo,
e insegnami i tuoi statuti.
136 Fiumi di lacrime mi scendono dagli occhi,
perché la tua legge non è osservata.
Vrss. 129:136 Pe; Il Salmista non ama a caso ne per obbligo, ma il suo amore per la Parola di Dio è il frutto della profonda conoscenza che ha di essa. È proprio vero, non si può amare ciò che non si conosce. Il salmista ha conosciuto la Parola di Dio tanto da affermare che è meravigliosa, e non si può definire meraviglioso ciò che non si conosce profondamente; di ciò che non si conosce molto bene si possono fare solo affermazioni generiche, niente di più; ma qui il salmista non solo afferma che le testimonianza del Signore sono meravigliose, ma afferma anche che esse sono luce e intelligenza, eh si, queste parole o escono da un bugiardo o da uno che sa quello che dice. Il salmista sospira al pensiero di trascorre del tempo con i comandamenti di Dio così come sospira l’innamorato che aspetta di trascorrere del tempo con la sua amata…ma si può amare la PdD fino a questo punto o certe affermazioni del salmista sono solo delle romanzate, delle espressioni poetiche? Ognuno rifletta e si risponda da solo!
Dopo aver dichiarato l’affetto sincero e profondo che lo lega a Dio ed alla Sua Parola, il salmista invoca l’aiuto di Dio, ed anche se non appare in maniera evidente, è fiducioso sulla risposta alla sua richiesta; fiducia non cieca, ma essendo profondo conoscitore della Parola di Dio, tale fiducia è saldamente ancorata alle promesse che ha imparato a conoscere. Chiude il salmo una delle tante espressioni che indica l’ampiezza dell’amore del salmista per la Parola di Dio; il salmista piange perché la Parola di Dio non è osservata e piange perché color che non l’osservano vanno incontro ad amare conseguenze. Chissà quante volte a noi capita di piangere per queste cose!
137 Tu sei giusto, SIGNORE,
e retti sono i tuoi giudizi.
138 Tu hai prescritto le tue testimonianze
con giustizia
e con grande fedeltà.
139 Il mio zelo mi consuma
perché i miei nemici hanno dimenticato le tue parole.
140 La tua parola è pura d’ogni scoria;
perciò il tuo servo l’ama.
141 Sono piccolo e disprezzato,
ma non dimentico i tuoi precetti.
142 La tua giustizia è una giustizia eterna
e la tua legge è verità.
143 Affanno e tribolazione m’hanno còlto,
ma i tuoi comandamenti sono la mia gioia.
144 Le tue testimonianze sono giuste in eterno;
dammi intelligenza e io vivrò.
Vrss. 137:144 Tsade; questi versetti ci presentano una motivazione validissima per amare, avere fiducia e per sottomettersi con serenità alla Parola di Dio.
La Parola di Dio è giusta! E giusto è chi l’ha scritta. Il salmista presenta questa giustizia della Parola sotto quattro aspetti: 1) I giudizi della Parola sono giusti; ciò che la Parola di Dio decreta è incontestabile, questo ha verificato il salmista; quando condanna, condanna perché un determinato atto non può che essere condannabile; quando approva idem; l’uomo che contende con la Parola di Dio dichiara Dio bugiardo ed ingiusto, e non mi pare proprio il caso! 2) La tua Parola è pura da ogni scoria; la Parola di Dio è scritta con grande fedeltà e perciò non tollera compromessi di nessun genere, peccato e giustizia, la Parola, non li confonde mai assieme, come sempre più spesso cerca di fare l’uomo. La Parola di Dio è pura, è esente da difetti o da inquinamenti; questo offre all’uomo una grande serenità; non c’è la possibilità che essa non dica la verità, infatti…3) La tua legge è verità; possiamo credere con assoluta fiducia in chi sappiamo non fa uso della menzogna. Una persona leale e onesta rende il nostro rapporto con lui estremamente tranquillo; non siamo costretti a capire la verità attraverso mille analisi di ciò che dice è fa, non ce ne bisogno…dice sempre la verità, non dobbiamo interpretare niente, ed inoltre chi dice sempre la verità, è ovvio, non ha mai l’intenzione di ingannarci…che pace! La Parola di Dio è verità, ciò che dice di bello o di brutto possiamo accoglierlo con piena fiducia e possiamo rispondere a quello che essa ci chiede senza la paura di dovercene in seguito pentire…perché non mente! 4) La Tua giustizia è una giustizia Eterna; non c’è pericolo che ciò che oggi la Parola di Dio ci presenta come giusto, domani non lo sia più. Questo modo di agire è molto umano, infatti accade con una certa frequenza che oggi si possa fare ciò che ieri era vietato e viceversa (l’aborto; il divorzio; la convivenza; i matrimoni omosessuali; ecc…); la Parola di Dio, invece, essendo verità e pura da scorie non può in nessun caso modificare le sue indicazioni. Quello che vuole il Signore non cambia, ed il credente non deve adeguare la sua vita ad un dio indeciso ed insicuro, ma a Colui che Ieri Oggi ed in Eterno è sempre lo stesso. Il credente inoltre farebbe bene a non sprecare tempo ed energie a capire se nei tempi attuali il Signore può o meno tollerare ciò che ieri non tollerava – La giustizia di Dio è una giustizia eterna -. Questo aspetto ci ricorda anche un’altra cosa, e cioè, che quando tutte le giustizie degli uomini finiranno e falliranno, la giustizia di Dio come c’era prima pure continuerà ed esserci dopo….perché la giustizia di Dio…è la giustizia!
Si capisce adesso, l’amore e lo zelo del salmista per la Parola di Dio; il suo attaccamento ad essa nonostante le umiliazioni (141-143); ed il continuo desiderio di avere sempre maggiore intelletto per conoscere la giustizia di Dio; il salmista ha ben realizzato che la Parola di Dio e la sua giustizia hanno il potere di riaccendere in lui la gioia di vivere (144).
145 Io grido con tutto il cuore;
rispondimi, SIGNORE!
Osserverò i tuoi statuti.
146 Io t’invoco; salvami,
e osserverò le tue testimonianze.
147 Mi alzo prima dell’alba e grido;
io spero nella tua parola.
148 Gli occhi miei prevengono le veglie della notte,
per meditare la tua parola.
149 Ascolta la mia voce secondo la tua bontà;
SIGNORE, fammi vivere secondo la tua giustizia.
150 Si avvicinano quelli che vanno dietro all’infamia:
essi sono lontani dalla tua legge.
151 Tu sei vicino, SIGNORE,
e tutti i tuoi comandamenti sono verità.
152 Da lungo tempo conosco le tue testimonianze
che hai stabilite in eterno.
Vrss. 145:152 Kof; Il salmista nella sua distretta rivolge la sua invocazione a Dio; non cede alla tentazione di allontanarsi da Lui, come in questi momenti è facile che possa accadere . Il salmista cerca il Signore nella preghiera e nella meditazione della Sua parola (vrs.148), sa che Dio gli risponderà. Nella sua invocazione il salmista dichiara che risponderà all’intervento di salvezza di Dio, con l’osservanza dei comandamenti; questa ovviamente non è una condizione che pone a Dio, ne vuol dire che in quel momento lui non stesse osservando i comandamenti; ma vuol dire più semplicemente che l’osservanza dei comandamenti sarebbe stata per lui la felice e doverosa conseguenza dell’intervento di Dio, ma anche, questa dichiarazione, è l’impegno ad una sempre maggiore attenzione ai comandamenti di Dio, nei quali lui spera completamente.
Continuando nell’invocazione d’aiuto, fiducioso della benignità e della giustizia di Dio, il salmista pur nella situazione avversa nella quale si trova, non ha difficoltà riconoscere che “L’Eterno è vicino” . Nella distretta la sensazione più naturale è quella della solitudine, dell’abbandono, da parte degli uomini e da Dio; il salmista invece pur nella lotta e nella difficoltà non ha dubbi sul fatto che Dio gli è vicino; piccole e quasi impercettibili affermazioni che dichiarano la maturità spirituale di quest’uomo.
Nessun dubbio nemmeno sul fatto che la Parola di Dio è verità, non mente, non inganna, se promette mantiene; per cui il salmista soffre si, ma è sereno perché la sua fiducia non della qualità del “Dio me la mandi buona” ma di quella del “Dio me la manderà buona” .
Ancora una volta dobbiamo dire che dietro questi uomini animati da una fiducia reale c’è sempre una ricerca reale di Dio, ed infatti, il salmista può ben fare le sue affermazioni perché, lui, la Parola di Dio, la conosce da lungo tempo, ed è da lungo tempo che ha capito di che si tratta e di che valore ha (152).
153 Considera la mia afflizione e liberami;
perché non ho dimenticato la tua legge.
154 Difendi tu la mia causa e riscattami;
dammi la vita secondo la tua parola.
155 La salvezza è lontana dagli empi,
perché non cercano i tuoi statuti.
156 Le tue compassioni sono grandi, SIGNORE;
dammi la vita secondo i tuoi giudizi.
157 I miei persecutori e i miei avversari sono tanti,
ma io non devio dalle tue testimonianze.
158 Ho visto i traditori e ne ho provato orrore,
perché non osservano la tua parola.
159 Vedi come amo i tuoi precetti!
SIGNORE, dammi la vita secondo la tua bontà.
160 La somma della tua parola è verità;
tutti i tuoi giusti giudizi durano in eterno.
Vrss. 153:160 Resch; La chiave del brano è il versetto 159 “vedi come amo i tuoi precetti”. Il salmista, infatti, invoca l’aiuto di Dio rivendicando la sua fedeltà alla Parola di Dio, quella Parola che forma la fede del credente nelle meravigliose promesse di Dio; quella Parola che educa il credente alla dipendenza a Dio, colui che difenderà i suoi fedeli. La fedeltà del salmista non è una bella parola detta tanto per dire ma è prima di tutto un fatto concreto. È una fedeltà che supera la prova dell’afflizione (153) e della persecuzione (157). La fedeltà del salmista risponde all’afflizione ed alla persecuzione non con un crollo di fiducia in Dio, non con delusione verso Dio e le sue promesse, non con ribellione, ma con ferma convinzione che la sua fede non potrà essere tradita. Per questa ferma convinzione, nonostante tutto, lui non dimentica la legge (153); ha fiducia che Dio difenderà la sua causa (154); non ha difficoltà a riconoscere la grande compassione di Dio (156); non ha nessuna intenzione di essere lui il traditore deviando dalla Parola di Dio (157); non ha perso la vista spirituale che porta a vedere con orrore e non con simpatia coloro che non osservano la Parola (158). Il salmista ha preso una decisione nel suo cuore ed ha deciso di non venir meno; accada quello che deve accadere, lui anche se ha la morte nel cuore, crede ed aspetta che solo la Parola di Dio ed il suo scrittore lo vivificheranno cioè lo ricondurranno alla gioia ed alla tranquillità. Il salmista chiude dichiarando che “la somma della tua parola è verità, e tutti i giudizi della tua giustizia durano in eterno”. La somma è il risultato finale di un addizione, è anche il risultato ultimo di una serie di operazioni. In senso lato la somma è il risultato finale di una serie di avvenimenti, di decisioni, insomma è la resa dei conti di quel che si è fatto. Il salmista dunque afferma che il risultato ultimo e definitivo prodotto dalla Parola di Dio e dalla fedeltà ad essa sono verità e giustizia, il meglio che possiamo aspettarci; verità e giustizia che durano in eterno, cioè che non potranno essere contestati da niente e da nessuno e per questo motivo – DURANO IN ETERNO – Quello che Dio determina nella sua giustizia, accettiamolo, oggi forse faremo fatica a capirne il perché, ma certamente se come il salmista, anche noi non scenderemo dal treno della fedeltà alla Parola e della fiducia in lui, vedremo un risultato finale vero e giusto, più vero e più giusto di quello che ci aspettavamo e che chiedevamo. Ma possiamo anche noi quasi provocare il Signore e dire come il salmista “Vedi come amo i tuoi precetti?” cosa vedrà il nostro Signore se ci permettiamo di invitarlo a valutare il nostro amore per lui? Vedrà amore o indifferenza per la sua parola? Vedrà fiducia o incredulità? Preghiamo il Signore perché ci indichi la via per innamorarci di lui e della sua Parola. Questa via è conoscere Cristo (Efesi 3:14-19 –21). Innamorarci di Dio è l’unica strada possibile per credere pienamente e per vedere la potenza dell’amore di Dio smuoversi verso di noi…allora e solo allora….potremo affrontare ogni evento più o meno pesante con la stessa fiducia del salmista, si sofferente, ma per niente vinto.
161 I potenti mi hanno perseguitato senza ragione,
ma il mio cuore ha timore delle tue parole.
162 Gioisco della tua parola,
come chi trova un grande bottino.
163 Odio e detesto la menzogna,
ma amo la tua legge.
164 Io ti lodo sette volte al giorno per i tuoi giusti giudizi.
165 Grande pace hanno quelli che amano la tua legge
e non c’è nulla che possa farli cadere.
166 Io ho sperato nella tua salvezza, SIGNORE,
e ho messo in pratica i tuoi comandamenti.
167 La mia anima ha osservato le tue testimonianze,
e io le amo molto.
168 Ho osservato i tuoi precetti e le tue testimonianze,
perché tutte le mie vie ti stanno davanti.
Vrss. 161:168 Schin; Il salmista vive un momento di persecuzione, da quel che leggiamo , subisce un abuso d’autorità da parte di nobili, questo è senz’altro un motivo di grande umiliazione, specie se non v’è nessuna ragione, il che lascia pensare proprio ad una violenza deliberata. Molti in una situazione simile potrebbero avere da ridire verso Dio perché pare non li scampi da questo abuso, ma non il salmista il quale non vuole attribuire a Dio colpe che invece sono dell’uomo, per cui, sottolinea che il suo cuore non si è allontanato da Dio e dalla sua parola ma che anzi lui teme tale parola, cioè ha rispetto e devozione della Parola di Dio. La Parola di Dio è per il salmista ciò che alimenta è sostiene la sua allegrezza, come può rinunciarvi? La Parola di Dio è per lui una fonte di ricchezza, di benedizioni. Le spoglie sono il bottino che chi ha combattuto ottiene come ricompensa, ebbene per il salmista la Parola di Dio è una ricompensa delle sue umiliazioni. Alla base di questo attaccamento alla Parola di Dio c’è l’amore che lui ha della Parola, e l’odio che ha della menzogna; se non siamo accompagnati da questi due sentimenti difficilmente saremo attaccati come il salmista alla voce di Dio. Amore e odio che nascono da una attenta osservazione, da una sempre maggiore conoscenza della verità e della menzogna. Questa profonda conoscenza non potrà mai giungere se ci abitueremo a far coesistere nella nostra vita, le due cose fino ad arrivare a non essere più davvero in grado di riconoscere l’una e l’altra. Ma il salmista non corre questo pericolo, lui ha profondamente conosciuto la Verità, perché solo chi ha concretamente e consapevolmente sperimentato la bontà della Parola di Dio può avere il cuore continuamente colmo della gratitudine per Dio (ti lodo sette volte al giorno) e può descrivere così bene i benefici che essa produce: gran pace hanno quelli che amano la tua legge e non c’è nulla che possa farli cadere, poche e semplici parola che però affermano come la Parola di Dio sappia rispondere pienamente ai bisogni fondamentali dell’anima umana, pace e sicurezza. Ancora il salmista ci dice che lui non ci pensa proprio a perdere la speranza nelle promesse di Dio, cosa che sempre più spesso accade, ma anzi la speranza che lui ha nella parola di Dio è il motore della sua ubbidienza; senza speranza facciamo una enorme fatica ad ubbidire perché ci sembra di fare delle cose per niente, ed una cosa che ha perso significato è vicina a sparire, ma se speriamo, se crediamo in quello che facciamo, se abbiamo chiaro perché lo facciamo, allora anche ubbidiremo con gioia. Un’altra consapevolezza che il salmista ha e che è alla base della sua speranza c’è il fatto che lui ha la percezione della presenza di Dio. Lui non considera Dio in maniera astratta il che lo porterebbe a vivere la sua relazione con Lui in modo incerto, ma lo sente ed ha una grande percezione della sua presenza ed esistenza il che lo rende assolutamente convinto della necessita di essere sottomesso al grande Dio creatore….ho osservato….perché tutte le mie vie ti stanno dinanzi. La percezione di Dio da un lato fa sentire il peso della sua autorità, dall’altro da una grande senso di protezione. Il salmista è così che vive il suo rapporto con Dio, e sarebbe bello se anche noi vivessimo con Dio “come se esistesse davvero” perché a volte non è esattamente così che viviamo.
169 Giunga il mio grido fino a te, SIGNORE;
dammi intelligenza secondo la tua parola.
170 Giunga la mia supplica in tua presenza;
liberami secondo la tua parola.
171 Le mie labbra esprimeranno la tua lode,
perché tu m’insegni i tuoi statuti.
172 La mia lingua celebrerà la tua parola,
perché tutti i tuoi comandamenti sono giustizia.
173 La tua mano mi aiuti,
perché ho scelto i tuoi precetti.
174 Io bramo la tua salvezza, SIGNORE,
e la tua legge è la mia gioia.
175 Possa io vivere per lodarti;
e mi soccorrano i tuoi giudizi.
176 Io vado errando come pecora smarrita;
cerca il tuo servo,
perché io non dimentico i tuoi comandamenti.
Vrss. 169:176 Tau; con questa ottavina si conclude il salmo 119 dedicato esclusivamente all’elogio della Parola di Dio, cioè del mezzo attraverso il qual Dio rivela la sua volontà per l’uomo. La Parola di Dio suscita l’animo umano a muoversi per le vie gradite a Dio. Il Salmista in quest’ultimo brano “grida” a Dio di concedergli la grazia di elevarsi a quella divina intelligenza che solo la Parola di Dio può dare; lo supplica di concedergli che per mezzo della Parola, lui possa essere liberato…da cosa? Da tutto ciò che è peccato, oppressione, ribellione a Dio, opposizione a Dio. Il salmista ha una tale e totale fiducia della bontà della Parola di Dio che loda e celebra Dio perché lo istruisce in essa (171-172). Adesso è certo dell’aiuto di Dio perché ha risposto pienamente alle Sue aspettative (173). Il salmista è completamente abbandonato alla Parola di Dio, ma non è un folle fanatico che non sa quello che fa. No! Lui sa benissimo che la gioia, la salvezza, il soccorso, la protezione, la guida sicura, sono solo nelle mani di Dio, che quella Parola, nella quale lui ha messo piena fiducia, gli ha rivelato in tutta la sua grandezza. “Possa io vivere e lodarti” – concludiamo con questa promessa del salmista i commenti sul salmo 119. Vivere e lodarti, due cose che non possono essere scisse nei cuori di quelli che hanno trovato Dio. La vita del credente non può prescindere dal riconoscere ed esaltare la grandezza di chi a quella vita ha dato origine.