Tornare a casa! Quanti pensieri importanti possiamo trovare in questa breve espressione!
- La casa è il luogo dov’è la nostra famiglia, i nostri affetti più intimi e responsabilizzanti. Questa famiglia è il nostro rifugio nelle tempeste della vita; è il nostro riposto dalle fatiche, è la nostra buona parte di società.
- Padri, madri, figli, fratelli sono tutti nella casa a condividere, protezione, riposo, fatiche, successi, dolori, gioie, ansie, vittorie, sconfitte.
- Casa è il luogo dove ci sarà sempre un posto per noi.
- Casa è il luogo dei primi insegnamenti vitali
- Il luogo delle scelte importanti
- Il luogo della memoria famigliare, dei ricordi di bambino,
Casa è il posto più bello che c’è!
Tornare a casa è tornare alla propria essenza vitale, alla ragione per cui si vive. Casa è il posto dove riprendiamo fiato…ahhh, Casa dolce casa. Com’è romantica la casa, com’è importante!
Una priorità assoluta
Casa è la priorità assoluta di ogni persona. Forse per qualcuno la sua casa naturale (padre, madre, fratelli) potrebbe non essere esattamente quella dov’è nato, magari quella famiglia era una famiglia davvero indegna, ed allora ecco che si cerca la vera casa dove rifugiarsi, magari altri parenti, magari gli amici, magari qualcun altro….ma una casa tutti la cercano e tutti la trovano, forse la più inusuale che possiamo immaginare, ma ci vuole, è vitale, non se ne può fare a meno, ci deve essere.
Le persone si indebitano tutta la vita per farsi una casa per avere quel luogo, quel rifugio dove ripararsi loro con tutte le persone più care. Tutti ma proprio tutti cercano una casa…anche il marzianetto E.T. voleva tornare a casa.
Una necessita radicata
É talmente radicato il bisogno di una casa che penso a mio padre, tra le cose che restano ancora intatte è il fatto di andare a casa, e quando la cerca? Quando evidentemente non sta bene dove sta, quando si sente solo e non vede nessuno intorno, forse pensa che tutta la confusione che alberga la sua mente troverà finalmente fine una volta a casa, perché casa è il rifugio, il posto dove abbiamo tutte le nostre cose, e il nostro posto giusto, è il posto dove arrivando stanchi e affaticati troviamo riposo, adesso a casa possiamo finalmente rilassarci. È davvero incredibile quante cose possiamo dire sulla casa, tutte cose buone e piene di pace di speranza di riposo.
A volte disprezziamo e abbandoniamo la casa
Non é sempre questo che però si pensa della casa, a volte si arriva al punto a non farsela bastare, ci sta stretta, la disprezziamo, la sminuiamo, ci annoia, e quando si pensa così della casa, grandi cataclismi stanno per arrivare….perché non si può lasciare il porto sicuro, il rifugio, ciò che ci accoglie e pensare di trovare fuori casa ciò che può soddisfare ogni nostro bisogno. Molti infatti provano a pascolare fuori casa ma poi se gli va bene tornano a casa per ritrovare la loro vita, altri…ahi ahi… si perdono e senza casa vagano cercando qualcosa che possa alleggerire le loro giornate.
Fin qui abbiamo parlato della casa della nostra famiglia, quel piccolo spicchio di società che fa la casa. Una casa adatta per la nostra vita terrena e che serve a soddisfare le necessità passeggere di questa vita.
Dopo questa vita quale sarà casa tua e nostra?
Esiste una casa, con tutto quello che questo vuol dire, anche per la grande famiglia umana. Esiste una casa per tutto il genere umano che si è succeduto su questa terra e che ancora succederà a noi. Un luogo dove tutto il genere umano potrà trascorrere la sua eternità. Una casa dove non troverà accoglienza solo il nostro corpo ma anche la nostra anima che spesso è mortificata nelle case terrene, ed il nostro Spirito che è completamente dimenticato nelle nostre case terrene. Li, invece, anima corpo e spirito troveranno pienamente soddisfazione di tutto….sarà una gioia indescrivibile.
Una casa piena di pace per l’umanità
Pochissime volte l’uomo ci bada o si interroga su questa casa, domande più o meno occasionali balenano nella mente circa cosa sarà dopo la morte ma nient’altro, eppure, quella casa, è il vero obiettivo, la vera meta finale di ogni essere umano. Quella casa è il posto dove ogni essere umano sperimenterà per la prima volta, e conserverà questa condizione per l’eternità, cosa vuol dire essere davvero a casa, senza brutte sorprese, senza tradimenti, senza delusioni, senza inutili discussioni e litigi, senza più pericolo, una casa piena di pace per l’umanità. Alcuni versetti della Bibbia ci descrivono quella casa nella sua espressione ultima ed eterna:
Giovanni 14:2-3 Nella casa del Padre mio ci son molte dimore; se no, ve l’avrei detto; io vo a prepararvi un luogo; e quando sarò andato e v’avrò preparato un luogo, tornerò, e v’accoglierò presso di me, affinché dove son io, siate anche voi;
Apocalisse 21:3 E udii una gran voce dal trono, che diceva: Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini; ed Egli abiterà con loro, ed essi saranno suoi popoli, e Dio stesso sarà con loro e sarà loro Dio;
Apocalisse 21:4 e asciugherà ogni lagrima dagli occhi loro e la morte non sarà più; né ci saran più cordoglio, né grido, né dolore, poiché le cose di prima sono passate.
Apocalisse 21:5 E Colui che siede sul trono disse: Ecco, io fo ogni cosa nuova, ed aggiunse: Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veraci.
Chi di noi può dire che sarà a casa…in quella casa?
Un tempo la famiglia umana abitava quella casa (Genesi capitoli 2 e 3). Abitava nella casa perfetta, dove aveva tutto quello che ogni uomo poteva desiderare, anche quello che non immaginava di aver bisogno lo trovava li, a casa. Lì aveva la sua famiglia; aveva Suo Padre che provvedeva ad ogni cosa, aveva di che vivere e godere pienamente….poi…accadde qualcosa….e dovette uscire di casa perdendo ogni cosa….e da allora la famiglia umana vaga senza casa ed anche se non se ne rende conto cerca quella casa che non riesce a trovare perché la cerca fra le miserie di questa vita terrena e rifiuta di alzare lo sguardo a Suo Padre, a Dio, che aspetta con grande brama il ritorno a casa di ogni suo figlio, di ogni sua creatura persa.
Nella Bibbia troviamo un racconto davvero unico e straordinario che ci presenta questa storia dell’uomo che abbandona la sua casa, pieno di arroganza, per trovare di meglio…dice lui…e che invece troverà solo delusione….ma vediamo insieme questo racconto.
Una casa, una famiglia
Luca 15:11 Disse ancora: Un uomo aveva due figliuoli; Luca 15:12 e il più giovane di loro disse al padre: Padre, dammi la parte de’ beni che mi tocca. Ed egli spartì fra loro i beni. Luca 15:13 E di lì a poco, il figliuolo più giovane, messa insieme ogni cosa, se ne partì per un paese lontano…
Questo giovane vuole prendere la sua vita in mano…e lo fa nel peggiore dei modi…strappandola a suo padre ed alla sua famiglia.
Questo giovane, infatti, prende la sua parte di eredità (prima del tempo), e ..di li a poco.., convinto di poter fare a meno di tutti e di tutto, anzi, convinto che il padre e la sua famiglia fossero un ostacolo per il suo personale progresso..se ne partì per un paese lontano.. . Come ci ricorda l’uomo nel giardino dell’Eden, aveva tutto ma non gli bastava voleva diventare come Dio, li immediatamente, e pensando di poter fare a meno di Dio, si ribello e lo abbandono, piombando lui e tutta l’umanità nelle tenebre più fitte del peccato. L’umanità è stata cacciata di casa, questo giovane è fuggito di casa, ma il risultato è il medesimo…. cosa succede quando ci si rivolta conto la propria casa?
Le conseguenze della ribellione (fisiche e spirituali) – Le seconda faccia del peccato
…e quivi dissipò la sostanza, vivendo dissolutamente. Luca 15:14 E quand’ebbe speso ogni cosa, una gran carestia sopravvenne in quel paese, sicché egli cominciò ad esser nel bisogno.
Il peccato, è una medaglia a due facce: la prima illude di quante belle cose finalmente si potranno fare, lontani da ogni controllo e guida, da quella casa con quelle autorità così severe e ferme che ci sembrano contro ma che in realtà ci vogliono risparmiare da enormi guai.
Tutto sembra facile, tutto sembra promettere gioia, allegrezza, divertimento, lusso ecc.. . La seconda faccia, però, la vera faccia del peccato e della ribellione, uccide. Una vita senza guida, senza limiti, senza i consigli di un padre esperto, inevitabilmente porterà alla rovina, infatti… …e quivi dissipò la sostanza, vivendo dissolutamente.
Come se non bastasse… una gran carestia sopravvenne in quel paese… . Chi ha vissuto saggiamente ha saputo anche prepararsi per i momenti difficili, ma chi ha vissuto senza intelligenza, chi ha rifiutato i consigli, chi ha pensato di poter fare a meno di una guida valida, sarà atterrato dai momenti difficili.
Ancora una volta emerge la figura dell’uomo, un uomo che ha rifiutato Dio ed i suoi amorevoli inviti a camminare secondo le sue regole buone, ed eccolo che vaga per la terra confuso, sull’orlo dell’autodistruzione, infelice sempre, bisognoso di tutto, come il giovane della nostra parabola… sicché egli cominciò ad esser nel bisogno. Questo bisogno non è solo materiale, ma anche morale e spirituale. Questo giovane è solo, abbandonato da tutti quelli con i quali aveva dissipato i suoi beni; il suo stato morale è a terra, lo scoraggiamento e la tristezza accompagnano il suo bisogno materiale e lo superano.
L’ostinazione nella ribellione
Luca 15:15 E andò, e si mise con uno degli abitanti di quel paese…
Tornerà indietro l’uomo dopo un simile fallimento? Macché! L’uomo è capace di andare oltre alla ribellione per arrivare fino all’ostinazione. Questo giovane, nonostante i suoi fallimenti, impedito dall’orgoglio a tornare sui suoi passi e riconoscere il proprio peccato, continua a prendere decisioni sbagliate; e anziché tornare a casa, da suo padre e dalla sua famiglia che lo ama e non desidera che il suo bene, si …mette con uno degli abitanti di quel paese… . Ostinarsi a rimanere nel peccato, separati da Dio, continuando a cercare strade alternative all’unica via possibile, porterà a delle conseguenze ancora più amare.
Quanti anche oggi, piuttosto che tornare indietro, al Padre e Creatore di tutte le cose, si ostinano a rifiutarlo cadendo sempre più in basso. Tutte le soluzioni dell’uomo hanno una costante, il rifiuto di Dio, questo è anche il motivo per cui tutte le soluzioni dell’uomo non portano, e non porteranno mai a nessun risultato positivo. Quale umiliazione ancora dovrà conoscere il protagonista della nostra parabola una volta affidatosi … uno degli abitanti di quel paese… .
La perdita della dignità prodotta dall’ostinazione
…il quale lo mandò nei suoi campi, a pasturare i porci. Luca 15:16 Ed egli avrebbe bramato empirsi il corpo de’ baccelli che i porci mangiavano, ma nessuno gliene dava.
Eccolo senza più nessuna dignità. Per un Ebreo l’idea di pascolare i porci era una cosa da brividi, la cosa più umiliante che poteva capitargli. Avere da mangiare meno dei porci che pascolava, era toccare il fondo che più fondo non poteva essere. Il peccato aveva distrutto questo giovane fino a farlo diventare come una bestia, anzi, peggio.
Aveva scelto di ribellarsi al padre e di abbandonarlo; pensava di vivere grandi ed emozionanti esperienze senza essere contraddetto, senza essere ripreso e senza dover rispondere all’autorità del padre…del padre…mica di un estraneo severo e senza pietà…ma del padre che lo amava e che altro non desiderava per lui che il meglio, ed eccolo ora, in un porcile, insieme ad animali immondi, sporco, affamato, avvilito, senza più dignità. Questo è quel che il peccato fa di un uomo.
Oggi l’uomo ha scelto la ribellione a Dio e nonostante gli evidenti fallimenti di una tale scelta, non torna indietro. Si ostina ancora a percorrere la strada della ribellione e cerca nuove vie per uscire dall’evidente catastrofe che incombe su di lui.
Queste nuove vie, però, invece di salvarlo lo portano ancora di più nella miseria, ed eccolo sotto i nostri occhi cos’è diventato. Non ha più nessuna dignità, nessuna morale, non sa più cosa sia la vergogna, figli che uccidono padri e madri, madri che uccidono figli, tutti avidi di denaro, senza compassione, intere popolazioni muoiono di fame mentre altre che buttano il cibo, guerre sopra guerre, sfruttamento di bambini, commercio di organi, pedofilia, omosessualità ed ogni immoralità come stile di vita legittimo, aborto, eutanasia ecc… – Quest’uomo di oggi ha perso ogni forma di dignità.
Questo siamo anche noi se rifiutiamo Dio come nostro Padre e guida, perché anche se non facciamo, oggi, nulla delle cose che abbiamo appena descritto, pure come quelli che fanno quelle cose, anche noi crediamo che si possa fare a meno di Dio. Infatti, non ci sottomettiamo a Lui, non ascoltiamo la sua Parola, non lo coinvolgiamo nella nostra vita, anzi, quasi ci da fastidio; esattamente come ha fatto il giovane della nostra parabola, ed il risultato di questa scelta infelice, prima o poi, si farà sentire.
Fin qui abbiamo visto le scelte di questo giovane e cosa queste scelte hanno prodotto. Abbiamo anche visto nella storia di questo giovane, la storia dell’umanità che ribellatasi a Dio è precipitata sul fondo del burrone.
Se la parabola finisse qui, sarebbe davvero triste, ma quando tutto sembra essere perduto e senza via di scampo ecco che all’orizzonte appare una luce. Un barlume di speranza si affaccia sulla vita di questo giovane sventurato. Vediamo allora cosa accade!
La riflessione
Luca 15:17 Ma rientrato in sé, disse: Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza, ed io qui mi muoio di fame!
Dal profondo del cuore emerge qualcosa che fino a quel momento era sempre stato soffocato dai peggiori sentimenti possibili: la riflessione… rientrò in sé…. Dopo essere stato “fuori di se” per lungo tempo come un pazzo, senza ragione, senza intelligenza, così com’è l’uomo senza Dio, ecco che recupera la ragione e comincia a riflettere, a pensare attentamente.
Cosa ho fatto? Cosa ci faccio qui…in un porcile? Come ho potuto abbandonare mio Padre, la sicurezza e l’affetto che mi dava? Come ho potuto rifiutare i suoi consigli? Queste, e tante altre, probabilmente le domande che il giovane si stava facendo in quel momento. Ha cominciato a riflettere sulle sofferenze che con la sua partenza aveva prodotto nel padre, già privato della moglie. Ha riflettuto su come aveva dissipato i beni che il padre aveva messo su con grandi sacrifici. Ha sicuramente pensato a come ha offeso Dio con la sua vita ribelle – ho peccato contro il cielo…dira tra un po’…contro Dio che gli aveva donato la vita, e che con la vita gli aveva anche donato di che vivere serenamente. Una vita che non gli era stata certo donata per bruciarla tra le fiamme dell’inutile, ma per realizzare scopi ben più elevati e nobili.
Così, riflessione dopo riflessione, pian piano, nel suo cuore tutto il suo peccato cominciava a prendere forma. Questo momento è il momento più delicato. Quando davvero capiamo il nostro stato di peccatori, quando vediamo in faccia il mostro del nostro peccato, e capiamo cosa produce in noi, intorno a noi, e davanti a Dio, le reazioni possono essere due, e molto diverse. Giuda Iscariota e Pietro sono i due esempi per eccellenza. Fuggire da Dio per sempre con il nostro orgoglio e vivere di rimorsi, oppure umiliarci davanti al Padre, Creatore e Signore di tutti, e tornare indietro?
La decisione
Luca 15:18 Io mi leverò e me n’andrò a mio padre, e gli dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e contro te: Luca 15:19 non sono più degno d’esser chiamato tuo figliuolo; trattami come uno dei tuoi servi.
Questo giovane aveva toccato il fondo, più in basso di così non poteva andare. Con la sua condotta ribelle e irriverente aveva fatto del male a tutti, dalla sua famiglia fino a Dio. Adesso si è reso conto e dice basta al peccato ed alla ribellione. No, non ha scelto di fuggire come fanno tanti uomini ancora oggi, quando si sentono ripresi nella coscienza dalla parola di Dio che li invita a riflettere su cosa è la propria vita senza il Padre, senza Dio.
… Io mi leverò e me n’andrò a mio padre… Il giovane ribelle vuole diventare un ex ribelle e medita un modo giusto e onesto per tornare indietro a recuperare il rapporto con il padre e per sperare di essere perdonato. Ha capito il suo errore e si è pentito, ed ora è determinato a compiere tutti i passi che dimostreranno al padre il suo vero pentimento. Cosa voleva fare una volta incontrato il Padre? …e gli dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e contro te. Un vero pentimento porta alla confessione del peccato, cioè alla dichiarazione, all’ammissione delle proprie colpe; ..e gli dirò.. questo giovane voleva, sentiva il profondo bisogno di dire al padre, che aveva sbagliato, che aveva peccato contro di lui, ed ancora voleva dire anche a Dio che.. ho peccato contro il cielo.. . Un pentimento che si vergogna o che crede che non sia necessario gridare a Dio e dire:…HO PECCATO…TI PREGO PERDONAMI!!…non è un vero pentimento.
Quando sbagliamo verso qualcuno a cui teniamo veramente, non vediamo l’ora di dirgli, ti prego scusami, non volevo, non mi sono reso conto, sono stato superficiale. Abbiamo il bisogno di far sapere all’altro che ci dispiace e speriamo che le nostre scuse vengano accettate.…perchè con Dio dovrebbe essere diverso? Diventa diverso solo se non abbiamo davvero compreso il nostro peccato ed il male che il nostro vivere lontani da Dio e nel peccato ha prodotto.
Ma il giovane è seriamente interessato a fare pace col padre e non solo si è pentito, non solo vuole confessare apertamente il suo peccato, ma capisce anche che la dimostrazione inequivocabile del suo pentimento, sarà un vero cambiamento della sua vita, una conversione. Eccolo che allora vuole proporre al padre di essere ripreso non più come figlio, perché sente di non averne più il diritto, ma come servo di suo padre. Con quest’ultimo passo il giovane ex ribelle decide anche di sottomettersi nuovamente all’autorità, non del padre, ma addirittura del padrone … trattami come uno dei tuoi servi…. Non c’è che dire, da ribelle, indipendente e sprezzante l’autorità del padre, ad accettare di essere trattato come un servo, è proprio un bel cambiamento! Questo pentimento convincerebbe chiunque, ed è il solo, vero, pentimento.
La determinazione
Luca 15:20 Egli dunque si levò e venne a suo padre; ma mentr’egli era ancora lontano, suo padre lo vide e fu mosso a compassione, e corse, e gli si gettò al collo, e lo baciò e ribaciò.
Fino ad ora tutta la decisione di questo giovane è solo un ottimo proposito, bisogna ora tradurre il proposito in fatti, perchè i buoni propositi non servono a nulla se non si realizzano. Molti ascoltando questa storia forse intravedono la loro personale storia di ribellione a Dio e magari pensano che anche loro dovrebbero compiere questi passi davanti ha Dio, ed è un buon pensiero, ma pensarlo soltanto non serve, bisogna andare oltre e fare come questo giovane… Egli dunque si levò e venne a suo padre…non si è fermato ai propositi ma si è rimesso in viaggio ed è tornato indietro a compiere quello che aveva determinato di fare, senza cambiare una virgola. Pentimento, confessione del peccato, cambiamento e sottomissione al padre erano i pensieri che lo hanno accompagnato lungo tutto il viaggio del ritorno.
Casa in vista! La buona novella – La compassione del padre
La casa è in vista, altro momento difficile. Come reagirà mio padre? Mi accoglierà? Mi perdonerà? Mi caccerà? Questi pensieri avrebbero potuto farlo desistere dalla sua decisione, ma ecco, c’è una buona notizia! Avviene quello che il giovane forse non si aspettava e che scioglie ogni dubbio nel suo cuore circa il da farsi… … mentr’egli era ancora lontano, suo padre lo vide e fu mosso a compassione, e corse, e gli si gettò al collo, e lo baciò e ribaciò. “Se tu lo cerchi, egli si lascerà trovare da te” dice il Signore, ed è accaduto esattamente questo. Prima che il figlio potesse cambiare idea, per vergogna o per paura, ecco che il padre corre incontro al figlio che aveva ormai dato per morto e che, come per una sorta di resurrezione, lo recupera. Questa è la gioia di Dio ogni volta che vede una sua creatura tornare a casa da Lui.
L’amore del Padre – una buona notizia per noi
Riflettiamo due secondi sull’amore e sulla compassione del Padre. In questo gesto si incastona come una pietra preziosa tutto l’amore che Dio ha per l’uomo. Al padre del nostro racconto l’amore per il figlio è costato sicuramente tanta sofferenza ma questa sofferenza è assolutamente imparagonabile rispetto alla sofferenza, che l’amore per noi, è costata a Dio.
Questo giovane ribelle poteva ripagare la sua ribellione pentendosi senza che nessun’altro avesse dovuto fare altro, ma per il nostro peccato e per la nostra ribellione a Dio il prezzo da pagare era la morte eterna (il salario del peccato è la morte), la nostra ribellione a Dio produce una conseguenza eterna…non è sufficiente il nostro pentimento…non basta, noi non possiamo offrire niente in cambio del nostro peccato la nostra moneta non ha corso legale presso Dio….siamo dunque senza speranza? Si c’è speranza, anche per noi c’è una buona notizia, questa buona notizia è sempre l’amore del Padre per noi infatti: Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio affinché chiunque crede in lui non muoia eternamente ma abbia vita eterna.
Dio ha fatto cadere la nostra condanna su se stesso nella persona del suo Figlio Gesù, la nostra colpa è stata su di Lui e tutto questo perché noi potessimo avere l’opportunità di tornare a casa del Padre e vivere li per sempre. Ora si che il nostro pentimento può avere un valore ed una conseguenza benevola perché su un altro è caduta la condanna inesorabile che era su me ed a me non viene chiesto che ammettere le mie colpe come farà adesso il giovane del nostro racconto….
La confessione
Luca 15:21 E il figliuolo gli disse: Padre, ho peccato contro il cielo e contro te; non son più degno d’esser chiamato tuo figliuolo.
Il giovane anche se è stato splendidamente accolto dal padre, non rinuncia al suo proposito di confessione e sottomissione, anzi, vuole proprio dirglielo, e fra gli abbracci ed i baci del padre gli dice: Padre, ho peccato contro il cielo e contro te; non son più degno d’esser chiamato tuo figliuolo. Che scena meravigliosa!
Il padre che l’abbraccia, lo bacia e lo circonda del suo amore, ed il figlio confuso da questo clima di amore e compassione, si pente e confessa al padre il proprio peccato e la propria volontà di sottomettersi a lui. Aveva preso la sua vita in mano strappandola al Padre ed alla famiglia….adesso riconsegna la sua vita al padre…
Chi non vorrebbe essere perdonato così quando facciamo qualcosa che non andava fatta. Chi oggi vuol essere così indifferente da rifiutare il perdono del nostro Padre celeste, che con lo stesso amore di questo padre, accoglierà anche noi, adesso, in questo momento?
La compassione di Dio e la sua misericordia superano sempre il nostro peccato e lo cancellano…ed allora perché non riconsegniamo le nostre vite a Dio oggi stesso, in questo momento?
Perdono – Ristabilimento – Gioia
Luca 15:22 Ma il padre disse ai suoi servitori: Presto, portate qua la veste più bella e rivestitelo, e mettetegli un anello al dito e de’ calzari a’ piedi;
Il padre sembra non sentire neanche quello che il figlio dice, ed anche se le sue orecchie hanno ben sentito la confessione del figlio, pure non vuole rinfacciargli quello che ha fatto, e non vuole girare il cosiddetto coltello nella piaga. Ha perfettamente capito che il pentimento del figlio era vero e tanto è bastato a lui per ristabilirlo pienamente… portate qua la veste più bella e rivestitelo, e mettetegli un anello al dito e de’ calzari a’ piedi;… lo ha ristabilito come figlio, e non come servo, come pure il giovane avrebbe accettato. Il Padre ha dato una nuova vita al figlio che era morto ed ora è tornato in vita.
Dio vuole dare anche a te una nuova vita…a casa Sua. Una casa che non è solo per domani ma che è già piena di gioia di protezione di pace da ora, appena ci metterai piede dentro, e sarà per sempre.
…colui che viene a me, io non lo caccerò fuori; dice Gesù in Giovanni 6:37. Per quanto grande possa essere la nostra colpa, per quanto tempo possiamo essere stati ribelli a Dio, per quando ripetutamente abbiamo potuto peccare conto Lui e contro gli uomini, pure Dio non ci caccerà se noi torniamo a Lui. Non ci accoglierà come servi, ne come schiavi, ma ci darà il diritto di essere figli di Dio Giovanni 1:12. Dio non è un uomo, che ce la farà pagare, Dio è Il giusto e compassionevole e …quand’anche i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; quand’anche fossero rossi come la porpora, diventeranno come la lana….
Non dobbiamo temere di tornare a Dio, dobbiamo, invece, avere paura di continuare a rimanere lontani da Lui.
Un bel ritorno a casa! La festa
Luca 15:23 e menate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, e mangiamo e rallegriamoci,
Luca 15:24 perché questo mio figliuolo era morto, ed è tornato a vita; era perduto, ed è stato ritrovato. E si misero a far gran festa.
Questa storia, cominciata nel peggiore dei modi, e finita dopo tante sofferenze, nella gioia di una festa. Quando tutto sembrava morto e perduto, ecco che la vita si è fatta strada, attraverso il pentimento, la confessione, la conversione e la sottomissione. Senza dubbio una strada stretta ed angusta…ma che ha portato il giovane protagonista di questa parabola, ad nuova vita con il padre, terreno e celeste.
Sarebbe bello se quanti non l’hanno ancora fatto, riconsegnino, dopo anni di smarrimento, le loro vite a Dio….tornando a casa…e li…godere dei beni che il Padre non ci farà mai mancare non solo al nostro corpo ma al nostro essere intero, la nostra anima ed il nostro spirito.
Pensaci…forse stai leggendo questa storia proprio per avere una nuova vita con tuo Padre, il Creatore di tutto, Dio.
Prega Dio perché ti perdoni ogni ribellione e ti faccia rientrare a Casa….non tornare solo a casa tua terrena oggi…torna anche alla tua casa Celeste Dive Dio è tuo padre e noi tutti siamo tuoi fratelli e con te figli di Dio….PENSACI!!!!!